Con un comunicato stampa del 6 giugno u.s., il Garante per la protezione dei dati personali ha annunciato di aver intrapreso un’operazione significativa di contrasto al telemarketing “selvaggio”, confiscando per la prima volta banche dati di call center e colpendo le società coinvolte con pesanti sanzioni pecuniarie.
Le società coinvolte, operanti nel veronese e in Toscana, sono state sanzionate per somme che oscillano tra i duecentomila euro e gli ottocentomila euro e due di esse hanno subìto la confisca delle banche dati utilizzate per aver condotto attività illecite di promozione commerciale attraverso sistemi telematici.
In particolare, l’operazione è scaturita da una segnalazione della Compagnia della Guardia di Finanza di Soave (VR) e ha permesso di individuare le predette società, che sono state successivamente sottoposte ad accertamenti da parte del Garante con il supporto del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. Queste società sono state considerate responsabili di una serie di attività che violano la normativa sulla protezione dei dati personali. Più precisamente, le società veronesi acquisivano liste illegalmente prodotte e contattavano decine di migliaia di persone senza il loro consenso per scopi di marketing, offrendo promozioni commerciali di varie compagnie energetiche e proponendo anche passaggi inversi tra queste società per ottenere maggiori provvigioni. I contratti così ottenuti venivano poi trasferiti alle due società toscane per essere inseriti indebitamente nel database delle compagnie, senza alcun incarico formale e con gravi carenze nella sicurezza dei sistemi informatici.
Tale circostanza rappresenta la prima occasione in cui il Garante ha ordinato la confisca di banche dati di potenziali clienti e ciò costituisce certamente un ulteriore passo avanti nella strategia di contrasto dell’Authority, che sta collaborando con gli operatori virtuosi del settore del Telemarketing per l’approvazione di un codice di condotta definitivo.