Il Garante per la protezione dei dati personali ha rilasciato un comunicato stampa per rispondere alle prese di posizione di rappresentanti politici e organizzazioni sindacali in merito al recente parere adottato dal Garante per la privacy sulla fatturazione elettronica.
L’Autorità ha voluto precisare che il recente parere non riguarda l’istituto della fattura elettronica, ma l’utilizzo a fini di controllo, come si apprende dallo schema di provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, di ulteriori dati non fiscalmente rilevanti ricavati dalle fatture elettroniche.
I c.d. “dati fattura integrati”, comprensivi di dati di dettaglio inerenti anche all’oggetto della prestazione del bene o del servizio, non rilevano a fini fiscali e possono invece rivelare dati di natura sanitaria o la sottoposizione dell’interessato a procedimenti penali. Pertanto il Garante ha inteso segnalare che la memorizzazione delle fatture nella loro integralità comporta l’acquisizione massiva di una mole rilevantissima dei dati e che tale estensione del novero dei dati trattati dall’amministrazione fiscale contrasta con il principio di proporzionalità su ci si basano l’ordinamento interno ed europeo, ingolfa le banche dati dell’Agenzia delle Entrate rendendole più vulnerabili e configura un sistema di controllo irragionevolmente pervasivo della vita privata di tutti i contribuenti, senza peraltro migliorare il doveroso contrasto dell’evasione fiscale.
Sulla base delle considerazioni di cui sopra il Garante ha chiesto un supplemento di riflessione sin dall’esame parlamentare del decreto fiscale.
Fonte: Comunicato stampa del Garante per la protezione dei dati personali del 13/07/20