Il cosiddetto “Decreto Covid” approvato dal Consiglio dei Ministriil 17 marzo scorso contiene un’inaspettata notizia sul tema dello smart working. Quando ormai sembrava quasi certamente abolito il regime semplificato dopo il prossimo 31 marzo, palazzo Chigi ha optato per uno spostamento in avanti della data di cessazione di tale regime prevedendone la fine il prossimo giugno 2022.
Lo Smart Working continuerà pertanto ancora per qualche mese la possibilità di utilizzare il lavoro agile secondo regole e percorsi molto semplificati rispetto alla normativa ordinaria contenuta nella legge n. 81/2017.
Il Governo ha pensato così di prolungare l’applicazione del regime così detto “semplificato”, ovvero quel regime emergenziale che prevede la possibilità di attivare lo smart working mediante una comunicazione unilaterale da parte del datore ai lavoratori, fino al 30 giugno 2022.
Solamente dopo tale data, e sempre se non avvengano ulteriori proroghe da parte del Governo, ci sarà il ritorno alla sopradetta legge 81/2017 e sarà dunque necessario un accordo individuale tra lavoratore e datore.
Si ricorda che nell’accordo individuale dovrà essere disciplinato innanzitutto il tempo, cioè se lo smart working sarà a termine o a tempo indeterminato, fissando le regole per l’eventuale ritorno al regime ordinario. Inoltre, dovranno essere disciplinate le modalità e le tipologie dei controlli che il datore di lavoro può fare. Infine occorrerà individuare i requisiti minimi di idoneità dei locali privati adibiti ad attività lavorativa, riportare informazioni riguardanti le ore di lavoro, la durata della pausa, la reperibilità del lavoratore durante la giornata di smart working e il diritto alla disconnessione.
Entro il prossimo 30 giugno il Governo probabilmente si pronuncerà anche su eventuali emendamenti per poter permettere una semplificazione delle comunicazioni da parte delle aziende, ovvero fare una comunicazione che non preveda di allegare la copia dell’accordo firmato ma solo il nominativo di chi lo ha sottoscritto.